In Challenge/ Diario

#30DaysOfMe – Giorno 8: Alla ricerca della Valle Incantata

Challenge: 30 giorni, 30 opere che mi definiscono.
Credits by @Erikaruna.

fangirlinkQuesto giorno sarebbe da dedicare a Don Bluth, in quanto è il regista a cui devo quasi tutti i traumi cinematografici della mia prima infanzia, da Fievel sbarca in America (1986) a Charlie – Anche i cani vanno in paradiso (1989).
Bluth ha iniziato la sua carriera di animatore negli studi Disney con Robin Hood di Wolfgang Reitherman del 1973, continuando poi a lavorare a piccole grande opere Disney, da Le avventure di Winnie The Pooh a quelle di Bianca e Bernie, trovando del tempo per lanciarsi come regista con due cortometraggi animati. Dagli studi Disney prende il congedo nel 1981 e l’anno successivo esordisce con il suo primo lungometraggio animato: Brisby e il segreto di NIMH, il primo successo di una straordinaria carriera.
Don Bluth è uno dei registi che hanno fatto la storia dell’animazione ma di cui si parla poco, nonostante sia un maestro che collaborando con Gary Goldman, ha tracciato un sentiero indipendente da Disney e Warner Bros.
Se alcuni film Disney hanno sicuramente un posto speciale nei miei ricordi, Don Bluth e la sua produzione sono stati più incisivi a livello emotivo e, proprio a lui, devo il film d’animazione che più ho amato e visto durante la mia infanzia: Land before time, tradotto come Alla ricerca della Valle Incantata del 1988. Prodotto da Steven Spielberg e George Lucas, da questo film è nato un franchise di dimensioni dinoidi (sarebbe il caso di dire) che portò alla diffusione di dinosauri in ogni show per bambini, quanto a una loro presenza più massiva nei negozi di giocattoli.
Non ne sono sicura, ma quando Spielberg iniziò a girare Jurassic Park, è probabile che investì su quel costosissimo progetto proprio cavalcando la febbricitante ossessione e non perché conquistato dalla penna di Michael Crichton (autore dell’omonimo romanzo, da cui fu tratto il film). Quando nel 1993 Jurassic Park uscì, fu un successo ben maggiore di Land before Time, conquistando gli entusiasmi di un pubblico di ogni età, perché era un film davvero visionario e unico. Non voglio dire che Land before Time contribuì a quel successo, ma sicuramente avviò un fenomeno che favorì l’entusiasmo per le creature preistoriche, non limitandole solo a un target di bambini.
Io ero una delle tante bambine ossessionate dai dinosauri: avevo giocattoli, albi da colorare, libri, plastici per ricostruire gli scheletri, carte da gioco e qualsiasi tipo di gadget o film che potesse riguardarli. Era tipo una droga e, a pensarci oggi, sono felice che subito dopo arrivò Sailor Moon a mitigare – in parte – questa ossessione. Alla ricerca della Valle Incantata rimase però una costante, lo guardai a età diverse, ritrovandomi sempre in lacrime negli stessi punti e – anche se non pian piano smisi di giocare con i dinosauri – il mio amore per questo film mai cambiò: per me resta uno dei simboli della mia infanzia e, tra essi, il mio preferito dell’epoca.
Una volta adolescente scoprii i sequel ma non ebbi il coraggio di guardarli neanche per curiosità, non volevo rovinare un bel ricordo. Per la stessa ragione è passato oltre un decennio dall’ultima volta che vidi questo film, ho davvero il timore di vederlo con uno sguardo diverso e incapace di emozionarmi, ma a prescindere è stato un film che mi ha segnata in modo tenero e positivo e voglio cullarmi in quel bel ricordo.